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Giovani di Confagricoltura e Federalimentare: filiere intelligenti approfondisce i Vini autoctoni minori, occasione per conquistare i mercati internazionali

Giovani di Confagricoltura e Federalimentare: filiere intelligenti approfondisce i Vini autoctoni minori, occasione per conquistare i mercati internazionali

L’evento per finanziare, con borse di studio, due studenti dell’Università di Camerino

Si è tenuta nelle Marche, a Borgo Lanciano, la quarta tappa della seconda edizione di #Filiere intelligenti, il percorso a tappe sul territorio intrapreso dai giovani imprenditori di Confagricoltura (Anga) e di Federalimentare, insieme al CNR per rilanciare l’agroalimentare. Proprio nel cuore della zona colpita dai terribili terremoti, per sostenerne la rinascita, i giovani di Confagricoltura finanzieranno una borsa di studio per il master “wine export management” rivolto agli studenti dell’Università di Camerino; mentre la stessa Università sosterrà il proseguimento degli studi di uno studente delle facoltà di Veterinaria o di Biologia, che si sia distinto per una tesi di laurea relativa alla ricerca agro-alimentare, specificamente rivolta al territorio del cratere, con un’idea innovativa e con una progettualità da sviluppare”.

“Il nostro sforzo – ha sottolineato Diana Lenzi, vicepresidente dei Giovani di Confagricoltura, che ha organizzato la tappa – è stato quello di puntare sui vitigni autoctoni, perché siamo convinti siano una carta importante da giocare nell’ambito dei mercati nazionale ed internazionale”. Mettendo insieme esperti di tracciabilità genetica e della comunicazione, case history di successo è stato esaminato perché alcuni vini derivanti da vitigni autoctoni meno conosciuti, o denominazioni territoriali minori, siano riusciti a penetrare ed imporsi sui mercati esteri.

Il settore enoico è estremamente importante per l’agroalimentare italiano e i numeri lo testimoniano: la superficie vitata in Italia è di oltre 640 mila ettari con 50 mila aziende che trasformano il prodotto con un proprio marchio. Una produzione molto importante per un settore dinamico che regge la competitività e viene premiato per la sua qualità:fattura più di 12 miliardi di euro l’anno, di cui la metà in export.

“L’innovazione in agricoltura è fondamentale – ha affermato Roberto Reali del Dipartimento Agroalimentare del CNR – per garantire la protezione dei vitigni autoctoni e aprire prospettive di un rinnovamento di colture e di trattamenti in vista di una crescita internazionale del prodotto”.

Dopo 4 anni di stop a quota 132 miliardi di euro, la produzione alimentare italiana ritorna finalmente a crescere arrivando a 137 miliardi di euro nel 2017 (190 se si considera l’intero settore, comprensivo del primario), con un aumento del 2,6% sull’anno precedente. Si tratta dell’incremento migliore registrato nell’ultimo decennio per effetto sia dell’incremento dei prezzi alla produzione, sia soprattutto per la positiva performance delle esportazioni che nel 2017 – come stima Federalimentare – dovrebbero raggiungere i 42 miliardi di euro.

“Tutti questi dati logicamente sono frutto di lavoro e coordinamento tra i vari comparti della Filiera Agroalimentare Italiana – spiega il consigliere Federalimentare Giovani, Daniele Grigi -. Il successo dei nostri prodotti è dovuto anche e soprattutto alla forzacommerciale nell’affrontare i mercati esteri, sempre più competitivi. Attraverso un percorso comunicativo che abbiamo attivato lo scorso anno, intendiamo supportare sempre più le aziende del Bel Paese ad esprimere il loro valore nella produzione industriale, comunicando la storia della filiera agroalimentare Italiana.”

All’evento è seguita una degustazione dei vini di dieci aziende vinicole e una cena digala nel ristorante di Borgo Lanciano. Il Bando per il conferimento delle borse di studio è stato presentato e aperto il giorno del convegno e durerà 4 mesi. Una commissione apposita, di cui fanno parte l’Anga, l’Università e un esponente di spicco del territorio, valuterà le candidature. La premiazione avverrà nel corso di un secondo evento, per dare continuità all’azione di sensibilizzazione verso il territorio.

“Il nostro laboratorio itinerante, che unisce territori e filiere – ha concluso la vicepresidente dei Giovani di Confagricoltura – oltre a far incontrare aziende e ricerca, recepisce i problemi e le esigenze di rilancio e innovazione del territorio. In questa occasione abbiamo voluto approfondire il segmento dei vitigni autoctoni convinti che rappresentino l’identità di un territorio e le sue peculiarità, permettendo ai nostri viticoltori di proporre prodotti unici ed irripetibili”.

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