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Anche per il Montecucco si chiude la vendemmia 2017

Anche per il Montecucco si chiude la vendemmia 2017

Rese basse e ottimo livello qualitativo delle uve, ma per il Vermentino si parla di eccellenza

 

Giunti ormai alla fine della vendemmia 2017, iniziata con un notevole anticipo, il Consorzio Tutela Vini Montecucco tira le somme di un’annata molto difficile, che ha interessato la produzione vinicola a livello nazionale. Anche nella zona del Montecucco, quindi, si registrano rese per ettaro basse, soprattutto per il Sangiovese – da un -30% a, in alcuni casi, un -50% nelle zone maggiormente colpite dalle avverse condizioni metereologiche, in particolare dalla gelata di fine aprile, che ha messo subito i produttori in allarme. Non meno gravi sia la siccità, che ha asciugato l’acino – benché molto sano e di qualità – causando anche una resa in succo minore, sia le altissime temperature, molto rare in questa zona, che hanno superato i quaranta gradi.

È stato quindi fondamentale e provvidenziale l’intervento dei viticoltori in vigna, che hanno saputo affrontare l’emergenza riuscendo comunque ad ottenere uva di altissima qualità. “Gli addetti ai lavori sono stati messi a dura prova, adoperandosi in una gestione ‘non tradizionale’, estremamente scrupolosa e oculata delle vigne, in pre-vendemmia – evitando ad esempio una defogliazione prematura, per dare al grappolo una protezione maggiore – e durante la vendemmia stessa”, dichiara Claudio Carmelo Tipa, Presidente del Consorzio Tutela Vini Montecucco, e continua, “I nostri vignaioli si sono dovuti adattare a una nuova realtà, portando avanti spesso una raccolta faticosa e a “tappe successive”, entrando più volte in uno stesso vigneto”.

Eccellente, infine, il livello qualitativo del Vermentino: in quest’area, infatti, le uve a bacca bianca hanno sofferto molto meno il particolare andamento climatico primaverile ed estivo, riuscendo a completare la maturazione in maniera ottimale, con una resa soddisfacente. Il Montecucco, la nuova promessa del vino toscano, nasce dalle uve coltivate con passione nei 7 comuni della denominazione di origine controllata e garantita, la DOCG in vigore da settembre 2011: Arcidosso, Campagnatico, Castel del Piano, Cinigiano, Civitella Paganico, Roccalbegna e Seggiano.

Nuova frontiera del vino toscano, la Denominazione, con le sue 66 aziende associate, punta a uno sviluppo che possa coniugare gli aspetti produttivi con quelli promozionali e turistici del territorio: la zona, altamente vocata alla produzione del Sangiovese, gode di condizioni climatiche estremamente favorevoli, vicino al Mar Tirreno – da cui dista solo pochi km in linea d’aria – e all’ormai spento vulcano Amiata, che con i suoi 1.738 metri di altezza domina tutto il territorio compreso tra la Maremma, la Val d’Orcia e la Val di Chiana. Qui si sono succeduti Etruschi, Romani, Longobardi, monaci benedettini, dominio senese e la famiglia dei Medici: una stratificazione storica che ha lasciato tracce indelebili e testimonianze che ancora oggi sono visibili nei borghi, negli stupendi agriturismi e nelle dimore d’epoca, nella produzione di olio e, soprattutto, di vino.

Cinigiano, 28 settembre 2017

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